Maturità 2023: parliamo di paure e scelte post-diploma con un'esperta

La maturità 2023 è (finalmente?) giunta. Ricordate, lettori già “maturati”, quanta ansia, eccitazione e nervosismo si accumulano in questi giorni?
Noi di TeachCorner sì, lo sappiamo bene.

Ogni giorno supportiamo i ragazzi nella preparazione dei Tolc Med e Vet e per migliorare le conoscenze in merito all’Esame di Stato, e questo contatto diretto con loro ci ha permesso di venire a conoscenza di molte paure che i giovanissimi si portano dietro.

Paura del fallimento, incertezza sul futuro, sentirsi schiacciati dalle aspettative e dal confronto.
E, soprattutto, cosa c’è post diploma?

Per aiutarli ad affrontare queste paure e permettere di vivere meglio questo passaggio importante della loro vita, abbiamo intervistato la psicologa e scrittrice Rossella Ottaviani, profonda conoscitrice della materia ed esperta di percorsi di psicologia e psicoterapia per adolescenti.

“Rossella, partiamo con la prima domanda: i ragazzi di 18-19 anni arrivano per la prima volta a misurarsi con il giudizio sul loro operato. In questo momento storico in cui diamo veramente tanta importanza a quello che gli altri pensano di noi, come possiamo aiutarli a trovare un certo equilibrio fra ciò che sanno, ciò che fanno e il giudizio che ricevono dall'esterno?”

“Oggi viviamo in una società in cui la pratica del giudizio è un po' all'ordine del giorno, molto di più rispetto alle generazioni precedenti. Tendiamo ad osservare costantemente gli altri e, allo stesso tempo, ad essere sotto continua osservazione e tutto questo va un po' ad incrementare quella che è la nostra paura del giudizio. Ci tengo però a precisare un aspetto importante per quanto riguarda la paura del giudizio, che in realtà è un aspetto insito in quello che è il nostro patrimonio genetico.

Proviamo a pensare, ad esempio, ai primi ominidi: per loro era fondamentale essere apprezzati dal gruppo, perché significava vivere, affrontare le difficoltà insieme e aiutarsi in attività come la caccia e la difesa dagli animali. Quindi, la paura del giudizio e del desiderio di voler essere valutati positivamente è in realtà una componente biologica.

Noi esseri umani siamo animali sociali, e questo vuol dire che siamo tesi a voler intrattenere dei rapporti sociali con altri individui, a voler vivere in gruppo e quindi di conseguenza questo presuppone anche quello che è il desiderio di voler essere accettati e giudicati positivamente dagli altri.

Partendo quindi da questo presupposto, ritengo che sia fondamentale non tanto pensare a come si posso eliminare la paura del giudizio, perché è innata all'interno di quello che è il nostro corredo genetico, ma posso invece chiedermi come posso riuscire a gestirla. Comprendendo innanzitutto come il giudizio degli altri sia un dato reale, faccia parte della realtà.

La verità è che in realtà ci sarà sempre qualcuno pronto a giudicare, nel momento stesso in cui si nasce fino all'ultimo giorno della nostra presenza su questa terra, che sia un genitore, un parente, sia amico o un insegnante.

L’importante è riuscire a fare una distinzione tra quelli che sono i giudizi per noi costruttivi e i giudizi invece che sono distruttivi. Un giudizio costruttivo è un giudizio che non è rivolto alla persona, ma è rivolto soprattutto al comportamento della persona, e ciò porta ad un'alternativa a quel tipo di condotta e, in sostanza, al miglioramento della persona.

Un giudizio distruttivo si ha quando l'attacco è diretto all'individuo. Pensate ad esempio a tutti i giudizi del tipo: “sei un fallit*”, oppure “non ce la farai mai”, oppure “non vanni nulla”.

Questi esempi, sono dei giudizi distruttivi perché di fatto non danno nessuna possibilità di miglioramento. Quindi, quando vi confrontate con una persona che dà quel tipo di giudizio, il consiglio che vi do è proprio quello di “tapparvi le orecchie” e allontanarvi da questo tipo di persona, perché il suo obiettivo non è quello di favorire una vostra crescita, ma è quello di tenervi bloccati e impedirvi di crescere.

Il punto, quindi, non è tanto il voler sconfiggere la paura del giudizio, ma è avere l'intelligenza di capire quale giudizio far mio e quale invece respingere, al fine di favorire così quella che è una mia crescita personale, una mia prospettiva di miglioramento e di futuro."

Perfetto Rossella, veramente esaustiva. Ok, proseguiamo con la seconda domanda. La maturità 2023 rappresenta la conclusione di un capitolo e l'inizio di un altro, quello dell'età adulta. Una volta entrati in questa nuova realtà, i ragazzi si confronteranno inevitabilmente con persone diverse da loro. Spesso è una grande opportunità di crescita, ma è anche un momento che porta con sé la paura di sentirsi inferiori. Come possono un ragazzo, una ragazza di 18-19 anni riuscire a superare la paura del confronto?

"Culturalmente parlando, noi siamo abituati a rifiutare la paura, pensiamo che sia un'emozione disfunzionale. Pensate a tutte le volte che, quando eravamo piccoli, ci dicevano “non devi avere paura, adesso sei grande, i grandi non hanno paura”. Questo ha innescato nel tempo un meccanismo che ci ha portato ad avere paura della paura, che sembra quasi un po' un'assurdità, però è quello che poi si è verificato nel tempo: abbiamo rifiutato questo tipo di emozione.

Ma la paura è un'emozione, esattamente come lo è la felicità, la gioia, la tristezza. Il punto è che abbiamo dato un'interpretazione negativa a questo tipo di concetto e quindi ad oggi pensiamo che per poter avere successo nella vita, per poter raggiungere un obiettivo, non dobbiamo avere paura.

Ma la verità è che la paura è un grandissimo motore dell'azione. Pensateci: quando avete paura di fare qualcosa, la fate anche meglio perché siete più attenti, più precisi. Pensiamo ai neopatentati: all’inizio guidare sembra la cosa più spaventosa del mondo e pensiamo “tutti guidano meglio di me”. Ma, se ci fate caso, quando abbiamo paura di qualcosa siamo molto più attenti ad ogni singolo aspetto che la riguarda.
Anche andando a 2 Km/h!

La paura del confronto spesso ci porta a non sentirci abbastanza, è vero. Quando io mi confronto con persone che hanno delle capacità e delle competenze più elevate delle mie, tende a percepirmi come meno capace. Ma la verità è che se quella persona ha acquisito quelle conoscenze e quelle competenze in più di noi, è perché si è confrontata con persone che avevano delle abilità in più di lei in quel momento. Il punto qui è non tanto il rifiutare la paura del confronto, ma avere l'intelligenza di individuare le persone giuste con cui confrontarsi. Perché se io ho delle competenze diverse e minori rispetto ad una persona, dal confronto con chi ne sa di più, apprendo e miglioro a mia volta. Io posso acquisire delle conoscenze in più che mi permetteranno di poter crescere, di potermi sviluppare come persona a livello individuale, personale, professionale!

Per poter acquisire quella conoscenza che a me manca, io posso solo confrontarmi con persone che quella conoscenza la possiedono. Non è sbagliato decidere di rimanere allo stesso livello, la mia non è una critica. Però, se voi volete andare incontro ad un futuro di maggiore crescita personale, economica o professionale, allora vuol dire che pian piano nella vostra vita dovete alzare l'asticella, e farlo significa confrontarvi con delle persone che ne sanno più di voi, con delle persone che siano in grado di trasferirvi nuove conoscenze e nuove informazioni.

Quindi il punto qui è: ragazz*, non fatevi bloccare dalla paura del confronto, ma abbiate l'intelligenza di scegliere le persone giuste con cui confrontarvi, quelle persone che siano in grado di darvi un valore e che vi permettano allo stesso tempo di poterlo costruire e diffondere anche voi, al mondo esterno."

Però Rossella, un'altra paura che è emersa dal dialogo con i nostri studenti riguarda non solo la paura del confronto, perché molti ragazzi sentono una paura più personale, più incentrata sulla paura del fallimento. Hanno molte aspettative, molti desideri, però hanno paura di fallire ancora prima di cominciare, e questo li blocca anche nel fare il primo passo. Cosa consiglieresti loro per cercare di superare – affrontare questa paura?

Sicuramente la paura del fallimento è una paura che voi ragazzi, in un momento di transizione come la maturità 2023, vivete in modo intenso, ma a conti fatti è una paura che accomuna molto anche la realtà adulta.

La paura del fallimento si ha, ad esempio, quando io da un punto A voglio arrivare ad un punto B, ma poi vedo tutta la strada che ho da fare in mezzo e quindi inizio a bloccarmi, inizio a dirmi “come faccio?”, “non so se ce la faccio”, “ho paura di sbagliare”, “ho paura di fallire”, “non sono in grado di farlo”. Questo che cosa attiva?

Attiva proprio quello che è il meccanismo della paura di fallire, che di conseguenza va ad ingigantire quelli che sono dei pensieri di non riuscita, in cui di fatto io non ho ancora un dato reale per poter valutare se quella cosa l'ho fatta o meno, perché non ho ancora messo un'azione. Quindi io di fatto fallisco ancora prima di aver iniziato qualcosa, ancora prima di aver dimostrato a me stessa se effettivamente posso riuscire o meno in quell'obiettivo che mi sono proposta.

Ma c'è un elemento che può aiutare ad affrontare la paura del fallimento: la pianificazione.

Pianificare le azioni che da oggi io posso fare step by step, giorno per giorno, nel raggiungimento del mio obiettivo, è un elemento utile per affrontare questa paura.
Ipotizziamo: io ho un mio grande obiettivo.magari è quello di diventare una cantante; quindi io da A voglio arrivare a B, dove B in questo caso è il desiderio di voler diventare una cantante, e dunque questra strada la devo costruire in qualche modo. Quindi che cosa faccio? Pianifico.

Pianifico delle azioni: allenare le mie abilità canore; iscrivermi ad un corso di canto; aprire un canale Instagram dove pubblico dei video in cui canto per avere dei feedback da chi mi ascolta; posso inviare quelli che sono delle prime candidature a dei provini ecc... Attenzione però: pianificare non vuol dire che l'azione scelta sarà sicuramente quella giusta. Ma, sarà un’azione! Un passo in avanti che sarà sicuramente in grado di darvi un risultato, e sulla base di esso, potrete fare una valutazione.

Io non posso dire che ho fallito se non mi sono messo in gioco. Ricordatevi che è fondamentale fare le valutazioni su quello che è un dato di realtà, su quello che di concreto avete vissuto. Perché la paura di fallire è bloccante, vi blocca. Molto spesso, culturalmente parlando, noi pensiamo che sbagliare voglia dire fallire. Se sbaglio, ho fallito, ma in realtà non è così, perché lo sbaglio vuol dire che voi avete messo in atto un'azione; vuol dire che voi in quell'attività siete stati proattivi e che vi siete messi in gioco.

In questo modo, anche quando si sbaglia, si acquisiscono in automatico nuove informazioni. E nel momento stesso in cui io pianifico la nuova strategia successiva, dall’informazione acquisita precedentemente so che devo apportare determinate modifica alla mia nuova azione. Ma se non mi muovo, io queste informazioni non le posso avere. Quindi il fallimento non è sbagliare, ma il fallimento si ha nel momento stesso in cui io non metto in atto un'azione, nel momento stesso in cui io sto fermo.

Quello è il vero fallimento, non è lo sbaglio.

Un altro aspetto che mi piacerebbe un attimo toccare con voi: “Ok, ma paura di fallire riguarda che cosa? Hai paura di fallire riguarda quale obiettivo?” I miei pazienti, nell'80% dei casi non mi sanno rispondere, perché non hanno ancora identificato un obiettivo. Quindi, il primo step da fare prima ancora di farsi travolgere da questa paura, è cercate di capire qual è l'obiettivo che si vuole raggiungere. Fatto questo, sarete in grado di andare a pianificare delle azioni utili al vostro scopo, e una volta che vi mettete a pianificare, noterete come la paura di quel fallimento in realtà sia molto meno elevata di quel che vi aspettavate. Sarà molto meno elevata.

Quindi cercate proprio di chiedervi qual è il vostro obiettivo, che cos’è che volete raggiungere. Scrivetevelo proprio. E anche se pensate che questo obiettivo sia grandissimo, chi se ne frega! Non importa.
Ma è importante che sia il vostro obiettivo, non quello dei vostri genitori, non quello dei vostri amici, non quello dei vostri insegnanti. Quindi cercate di concentrarvi proprio a capire cos'è che vi piace fare, qual è il desiderio che volete raggiungere, e pian piano inizierete a pianificare quello che è la vostra strada per poter raggiungere quell'obiettivo.

Però Rossella, un'altra paura che è emersa dal dialogo con i nostri studenti riguarda non solo la paura del confronto, perché molti ragazzi sentono una paura più personale, più incentrata sulla paura del fallimento. Hanno molte aspettative, molti desideri, però hanno paura di fallire ancora prima di cominciare, e questo li blocca anche nel fare il primo passo. Cosa consiglieresti loro per cercare di superare – affrontare questa paura?

"Sicuramente per i giovani di oggi il futuro rappresenta l'ignoto per eccellenza. Voi ragazzi arrivate da un percorso che fino ad oggi è sempre stato molto organizzato e prestabilito, ma con la maturità si va a concludere questo percorso.

Vi ritrovate di fronte a mille infinite possibilità, di cui voi avete libera scelta, perché nessuno vi obbliga a fare l'università; potete iniziare un lavoro, oppure specializzarsi in un certo campo. Quindi il punto è che voi oggi vi ritrovate ad avere moltissime scelte davanti a voi.

La paura del futuro si ricollega ovviamente anche al concetto che abbiamo affrontato precedentemente relativa alla paura del fallimento, perché io ho paura del futuro perché ho paura di fallire in quello che faccio. Quindi anche qui mi riaggancio un po’ al concetto precedente, secondo cui sicuramente identificare e individuare già l'obiettivo che uno ha piacere di raggiungere secondo quelli che sono i propri desideri è estremamente fondamentale.

Ma un altro punto fondamentale è quello di focalizzare le vostre energie mentali non tanto sugli errori che farete o che si potranno fare in futuro, ma indirizzarle su tutto quello che ancora potete costruire dopo la maturità, su tutto il valore che potete acquisire dopo la maturità 2023.

Vi rivelo un segreto: gli errori, ragazzi, fanno parte del pacchetto del post maturità. Sono proprio conclamati, ok!?!

Quindi, cercate di non farvi travolgere troppo da queste paure, perché si ingigantiscono sempre di più, e il modo per ridimensionarle è mettere l’azione al primo posto. Devo costruire un piano di realtà che mi porti a dire “ok, quella paura è vera”, oppure no. Cercate di focalizzare le vostre energie mentali su quello che potete raggiungere, su tutto quello che potete costruire. Ci sarà qualcuno di voi che magari inizierà l'università, che farà il primo anno e si renderà conto che quello non era il percorso di studi che gli piaceva… Non importa.

L'importante è che voi siate in grado di trovare una cosa che sia in grado di appassionarvi, di smuovervi da dentro, che sia in grado di creare un'energia di entusiasmo in voi! Perché una volta che avete quel tipo di entusiasmo, una volta che avete quella capacità di entusiasmare anche gli altri ed entusiasmare voi stessi, la paura del futuro, del fallimento e di fare errori, sarà un 10%.

Perché sarete guidati dal vostro entusiasmo nel riuscire a costruire qualcosa per voi e anche magari per gli altri. Ci tengo veramente a dirvi, e ve lo dico con il cuore in mano: non permettete mai a nessuno di bloccare quello che è il vostro entusiasmo. Perché è quello che vi permetterà di raggiungere dei risultati. Ci saranno molte persone pronte a giudicarvi, sempre, in ogni età e per qualsiasi cosa.

Il punto è saper selezionare il giudizio che sia in grado di favorire la vostra crescita, di confrontarvi con persone che siano in grado di darvi delle informazioni in più e di nutrire costantemente il vostro entusiasmo; in questo modo, pian piano, riuscirete a costruire la strada che vi porterà a raggiungere quello che è il vostro obiettivo."

Sulla scia di questo entusiasmo, vogliamo dare un consiglio ai ragazzi in modo che, al netto di tutto il pacchetto ansia, studio, errori e paure varie, permetta loro di viversela meglio? Cosa potremmo dirgli per incoraggiarli a rendere la maturità 2023 un bel ricordo?

"Quello che mi preme dirvi ragazzi è che il voto non va ad identificare ciò che voi siete. Vi riporto la mia esperienza personale: io la maturità non l'ho vissuta bene. L'ho vissuta con molta ansia, ero agitata, sono uscita anche con il minimo dei voti, tra l’altro, sessantadue. Accompagnato anche dal giudizio distruttivo di una professoressa, che mi disse che non sarei stata in grado di fare l'università.

Bene, ho deciso di portarvi questa esperienza perché io ad oggi sono una psicologa, mi sono laureata con il massimo dei voti, ho conseguito diversi master, ho scritto un libro che ho presentato al Salone del libro e ne ho un altro in programma. Questo non per portare un mio vanto a voi, non è questo l'obiettivo.

È per darvi la testimonianza di una persona, che in questo caso sono io, che è uscita con un voto molto basso alla maturità e poi, in seguito a quelle che sono state le scelte fatte e le azioni che ha messo in atto, ha raggiunto i suoi obiettivi e se ne è dati altri.

Io potevo “soccombere” al giudizio distruttivo di quella professoressa, perché comunque immaginatevi una ragazza di 19-20 anni che si sente dire da un adulto che non sarà mai in grado di affrontare un percorso universitario. Penso che non sia molto piacevole, e il messaggio che io ho recepito è un messaggio di fallimento, “non sarò mai in grado di…

Quindi potevo decidere di soccombere a quel giudizio distruttivo, oppure semplicemente potevo rimbalzare, potevo tapparmi le orecchie e andare per la mia strada. E così ho fatto. Io non mi sono identificata con quel voto perché ero consapevole di valere molto di più di quel voto, e l'ho dimostrato a me stessa nel percorso della carriera che mi sto costruendo e nel percorso di tutto ciò che ho deciso ancora di costruire.

Quindi, ragazzi, la maturità è semplicemente un piccolo traguardo da dover raggiungere, ma non indentificatevi con il voto che riceverete alla fine, perché non siete minimamente quel voto, potete essere molto di più! Potete raggiungere traguardi che neanche ora vi potete immaginare, se però vi date la possibilità di potervi scoprire, di mettervi in gioco, di poter mettere in atto quella che è un'azione. Quindi, io vi dico di godervi questo traguardo, perché sicuramente un traguardo importante, ma cercate di dimensionarlo, ecco. È semplicemente la prima mossa all'interno di una grande partita di scacchi; quindi, giocate la vostra partita e giocate, ovviamente, per vincere."

Ringraziamo Rossella per la disponibilità, e vi ricordiamo che l'intervista è presente anche sul nostro canale YouTube:

 

 

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Buono studio!