5 Semplici Metodi per Essere un Insegnante Migliore

Qual è (o meglio, quale dovrebbe essere) il principale obiettivo di qualsiasi insegnante?  Offrire agli studenti non solo dei contenuti, ma anche un metodo di apprendimento adatto alle loro caratteristiche ed esigenze. Che si tratti di ripetizioni, lezioni private o corsi, la cosa importante è trovare il giusto equilibrio tra il proprio stile di insegnamento e le potenzialità di chi si ha di fronte: qualunque sia la sua età, il sesso o la provenienza. Ecco cinque semplici metodi per far fronte a questa sfida e provare a essere un insegnante migliore.

1. Pre-valutare gli studenti

Per poter verificare i progressi fatti nel corso del tempo, è indispensabile capire a che punto è lo studente, o la studentessa, nel momento in cui si comincia il lavoro insieme. Paradossalmente, la valutazione prima è tanto importante quanto quella dopo. In questo modo, un buon insegnante si può rendere conto di lacune maggiori di quelle dichiarate o, al contrario, di competenze e conoscenze sottovalutate. Inoltre, si può anche iniziare con una auto-valutazione approfondita degli studenti: una maggior consapevolezza sui propri mezzi può essere una fondamentale arma motivazionale per superare le inevitabili difficoltà.

2. Creare lezioni personalizzate

Che frequentino l'Università o le scuole superiori, uno dei maggiori problemi affrontati dagli studenti è la frontalità delle lezioni, organizzate dai docenti seguendo un programma rigido, con poca o nessuna flessibilità, probabilmente in maniera sempre uguale da anni o addirittura decenni (dite la verità, quante volte vi è capitato, soprattutto con i professori vicini alla pensione?). Un buon insegnante, invece, dovrebbe definire contenuti e forma in base ai feedback di chi ha bisogno di imparare oggi. Anche ricorrendo a questionari ad hoc e a aggiustamenti previsti in anticipo. E lasciando spazio alla creatività.

3. Potenziare le soft skills

Non è utile soltanto ciò che si sa, ma anche come lo si sa. Nello studio come nel lavoro, le cosiddette soft skills – ossia le caratteristiche personali che influenzano il modo in cui facciamo fronte alle richieste dell'ambiente - sono sempre più decisive. Benché difficili da misurare e valutare, un insegnante perfetto deve essere capace per lo meno di osservarle. Ricordatevi di quella volta che la maestra disse ai vostri genitori “il ragazzo (o la ragazza) è intelligente, ma non si applica”. Beh, magari era anche colpa sua. Andare oltre il rapporto didattico, valorizzare la persona a 360 gradi: è questo il punto.

4. Utilizzare bene la tecnologia

Non è necessario vincere il Global Teacher Prize per rendersi conto di come oggi tutti, in particolare le generazioni più giovani, tendono a fare nuove conoscenze tanto sui social media quanto nel mondo “reale”. Il rischio è quello dell'isolamento tecnologico, ma l'opportunità è quella di implementare le relazioni interpersonali – anche quelle tra insegnante e studente - usando correttamente queste piattaforme. La lezione dal vivo rimane il centro di tutto, ma può essere arricchita attraverso il dialogo e lo scambio di materiali. E poi, anche sentirsi su Facebook per organizzare una partita di calcetto (o di qualsiasi altro sport) può solo fare bene.

5. Continuare a imparare

È questo il vero segreto per essere un insegnante perfetto. L'educazione di chi trasmette conoscenze ha – ça va sans dire – un impatto diretto su quella di chi le riceve. Acquisire nuove competenze, approfondire un'altra lingua, imparare a suonare uno strumento musicale, aggiornare la propria cultura sulle materie che si conoscono meno, sono tutti modi per crescere continuamente e per offrire agli altri il meglio di sé (e – perché no? – per rendere il CV ancora più attraente). E c'è un modo perfetto per farlo.
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